A condividere questo messaggio di speranza è Giovanni De Rosa, insegnante di fitness e counsellor in formazione presso il nostro Centro. La sua tesi di conclusione del percorso formativo è incentrata proprio sul connubio tra attività motoria e benessere in tutte le sue declinazioni. Corpo e psiche in equilibrio sono due elementi che oggi rivestono una rilevanza ancor più sentita.
“Tutto è nato da una crisi. Alla quale ora sono grato, perchè senza di essa, non avrei colto l’opportunità del cambiamento, e sarei rimasto arenato alle mie certezze che però generavano tristezza e insoddisfazione”.
In tempi non sospetti, quando tutto seguiva un corso di vita conosciuto ed abbastanza prevedibile. Quando quella che vivevo era la mia crisi, non quella di tutta l’umanità. Siamo invece all’inizio di una nuova Era. Quello che ci ha colpito toccherà e rivoluzionerà profondamente il nostro stile di vita, le nostre possibilità, il nostro percorso personale e professionale, le nostre emozioni, la creazione e realizzazione di nuovi bisogni. È da qui che possiamo ricominciare: dal comportamento che avremo in questa situazione, cominciando a dare valore a quello che conta davvero, la nostra salute, l’amore verso noi stessi, verso gli altri. In una vera e propria consacrazione del benessere.
Da una crisi nasce un’opportunità. Che non vedo più solo come personale. Ma collettiva.
“Voglio perciò condividere con voi questa mia esperienza.
Questo periodo di quarantena mi ha portato a fare una riflessione.
Mi sta dando l’opportunità di fare un passo indietro.
Per anni non mi sono mai fermato accumulando infiammazioni date da carichi di lavoro, vizi posturali, infortuni, stress emotivi. Il mio corpo è andato sempre più disallineandosi, ed io continuavo a sommare disfunzioni su disfunzioni, ad un compenso ne aggiungevo un altro. Arrivando al punto di percepire fastidi continui. E seppur lavorando nel mondo del benessere, non riuscivo a modificare il flusso imposto, coinvolto dalla corrente umana che mi assorbiva, come un’onda tzunamica, e mi spingeva a correre freneticamente ogni giorno.
Ma verso cosa?
D’improvviso è arrivato il virus, un fermo di vita obbligato.
Che mi ha regalato una cosa preziosissima: il tempo.
Il tempo e la libertà di fermarmi.
Di riazzerare tutto, per trovare un nuovo punto di partenza, da cui rilanciarmi.
Volevo star bene, e la prima cosa su cui mi sono concentrato è stato il mio corpo. La dimensione fisica. Mi sono posto allora delle domande per comprendere se mettevo davvero in atto lo stile di benessere che tanto professavo.
Mangi cibi sani e vivi, pieni di elementi nutrienti o ti stai riempiendo di cibi spazzatura ricchi di conservanti, e ad alto tasso calorico?
Riesci a sederti ogni giorno per fare colazione, pranzo, cena, ad orari regolari, e dandoti il tempo necessario a masticare, visto che la prima digestione avviene in bocca? E riesci a condividere quest’attimo di convivialità con delle persone care?
Dormi le ore sufficienti rispettando il ciclo solare, perchè nel riposo il corpo possa rigenerarsi e non subire i danni dovuti alla carenza o insufficienza di sonno?
Fai l’ultimo pranzo almeno tre ore prima di andare a dormire per evitare di avere una pessima digestione, e quindi un impatto negativo sulla qualità del sonno e conseguenti effetti deleteri a cascata su tante funzioni organiche?
Dedichi tempo ad esercizi di stretching e mobilità, per migliorare l’elasticità e la flessibilità muscolare, per ripristinare la funzionalità articolare?
Perchè prima di rilanciarsi nella grande sfida di superarmi nella costruzione di un corpo tonico e potente dovevo riequilibrare il mio sistema organico.
Non si possono costruire i piani di un edificio se le fondamenta non sono salde ed allineate.
Ora ho tempo per tutto ciò.
Ogni momento del mio quotidiano è stato scandito da orari precisi perchè tutto si realizzasse, un tempo da dedicare davvero a me stesso per programmare la mia giornata rispettando gli spunti dati da queste domande.
È da lì è partito il mio periodo di “full immersion” che ha dato il via, acceso la miccia del cambiamento. E posso dirvi che ciò non sarebbe stato mai possibile senza questa causa esterna così terribile e limitante. Avrei sempre rinviato, con la scusa di qualcosa più importante da fare, non avrei mai trasformato il desiderio in realtà. Auguro anche a voi perciò che un arco temporale, apparentemente vuoto e desolante, triste e pieno di solitudine, possa trasformarsi in un progetto di rinascita, di una nuova visione ed applicazione di benessere”.
Non possiamo cambiare quello che ci accade, ma possiamo modificare il modo di affrontarlo. Cominciando a pensare ed agire in maniera diversa. Dando vita ai valori che contano, ed arricchendo la nostra esistenza delle esperienze in grado di emozionarci. Mettendo in campo, con ottimismo, tutta la nostra grinta e resilienza.
Giovanni De Rosa